Come può o deve comportarsi un dipendente davanti ad un datore di lavoro che non ha pagato una o più mensilità? Vediamo cosa prevede la legge.
Un’azienda che vive momenti di carenza dal punto di vista delle entrate economiche può portare il datore di lavoro a non avere la disponibilità necessaria a pagare gli stipendi dei suoi lavoratori. Ma come possono comportarsi, questi ultimi, secondo quanto stabilito dalla legge? Innanzitutto, è bene chiarire che chi presta servizio non può smettere di lavorare se la mensilità non è arrivata. Tale atteggiamento lo porterebbe dalla parte del torto e rischierebbe un licenziamento per assenteismo o rifiuto di svolgere la mansione per la quale è stato assunto.
Conoscere quali sono i poteri del lavoratore in questa situazione gli consentirà di agire nel modo più corretto senza rischiare di perdere i soldi arretrati e il posto di lavoro. Iniziamo con l’asserire che la situazione cambia nel caso di mancato pagamento di una mensilità o mancato pagamento di più mensilità. Entriamo nei dettagli.
Cosa può fare un dipendente che non riceve uno o più stipendi a lavoro?
Un dipendente non può smettere di lavorare nel caso una mensilità non sia stata pagata. Al contrario, può rassegnare le dimissioni per giusta causa in occasione del mancato pagamento di più mensilità. Tra le opzioni che attribuiscono alle dimissioni la motivazione “giusta causa” vi è anche quella relativa agli stipendi non pagati: nel momento in cui il dipendente si licenzia, può procedere dichiarando le date delle mensilità arretrate.
Dimissioni di questo tipo non sono vincolate all’obbligo del tempo di preavviso. Di certo, è più corretto che, in presenza di difficoltà aziendali che non consentono al datore di lavoro di versare gli stipendi, il dipendente si rivolga prima a lui per comprendere quali sono le problematiche e quali tempi si prevedono per la ripresa. Solamente dopo diverse mensilità non pagate il dipendente può procedere con le vie legali e smettere di lavorare per protesta. Va comunque considerato che affidarsi ad un legale prevede di dover sostenere dei costi talvolta considerevoli.
Il legale può intimare al datore di lavoro, via Posta Elettronica Certificata o raccomandata, il pagamento degli arretrati dovuti entro una certa data di scadenza. Normalmente, il termine viene fissato entro 15-30 giorni lavorativi. Qualora questo termine non venisse rispettato dal datore di lavoro, l’avvocato può procedere inviando una lettera di messa in mora con la quale si ricorre al giudice per mancato pagamento o accordo tra le due parti.
A questo punto, il dipendente può anche procedere chiedendo un decreto ingiuntivo al Tribunale di competenza. Il datore di lavoro potrà pagare quanto dovuto con l’aggiunta degli interessi legali, potrà opporsi in tribunale o continuare a non pagare e attendere l’eventuale pignoramento di beni mobili e immobili. Ricordiamo che prima di procedere in qualsiasi modo, è bene controllare il proprio contratto di lavoro, dove sono espressi i termini di pagamento degli stipendi. La raccomandata può essere inviata di norma dopo il mancato pagamento di almeno 3 mensilità.